Rispondo con una domanda: chi ha detto che 27 è una media bassa?
Allora, prima di tutto ragioniamo in termini assoluti: 27/30 è uguale a 9/10, o se vogliamo, al 90% del voto (che va da 0 a 30, ricordiamolo).
Poi vanno considerate l'università e la facoltà di appartenenza. Per esempio in ingegneria al Politecnico di Milano, ad avere una media del genere è una piccola percentuale, dato che i 30 sono piuttosto rari... Perché questo? Perché non ha senso usare una scala da 0 a 30 se poi si sfruttano solo gli ultimi valori! 18 significa aver appreso a sufficienza gli argomenti (se c'è qualche lacuna non è che si prende un voto basso, proprio non si passa), i voti successivi servono a discriminare, tra coloro che hanno superato l'esame, chi l'ha fatto benissimo da chi l'ha fatto un po' meno bene. La perfezione (a livello di voti) è raggiungibile solo da chi è davvero eccellente. Altrimenti come sarebbe possibile, per le aziende che assumeranno, individuare questi elementi se sono in mezzo a una moltitudine di 110 e lode?
Questa "ossessione da voto alto", tra l'altro, nelle migliori università estere non esiste. Nel Regno Unito gli studenti puntano a prendere la sufficienza, a non assentare dagli esami (perché non esiste il concetto di appello, l'esame si fa una volta sola e chi c'è c'è) in modo da poter andare avanti. Sì perché se non si riesce a mantenere un livello minimo di rendimento si viene estromessi dall'istituto. Il risultato finale sarà un punteggio, che varia molto e permette di discriminare piuttosto bene i laureati. Notare che il punteggio ha valore per le Bachelor's Degrees (le nostre lauree triennali) mentre non ha valore per le Master's Degrees (le nostre lauree magistrali), in quanto già il fatto stesso di possedere una laurea magistrale ha valore in sè.
Pertanto concordo con te: mai montarsi la testa o perdere il senso della realtà inseguendo il massimo dei voti, non solo è una perdita di tempo ma è anche tutt'altro che formativo. Si finisce infatti per credere di poter sempre realizzare qualcosa di perfetto, quando ciò non è possibile, o di aspettarsi sempre una remunerazione per un lavoro particolarmente ben svolto. Sbagliatissimo ripetere più volte un esame già superato con il solo obiettivo di migliorare il voto di qualche punto (tu hai solo letto di gente che rifiuta 29, io ho proprio assistito a casi del genere): nella vita lavorativa molto spesso non si avranno due possibilità.
La mia filosofia è: dare sempre il massimo e imparare dai propri errori per affrontare meglio le nuove sfide. I buoni risultati vengono da sè ;)
Per quanto riguarda l'ansia, è normalissima: anch'io pur essendo all'ultimo anno e a due esami dalla laurea ho ancora il "cagotto" a ogni appello. Occhio che l'ansia è contagiosa: ho notato che anche se arrivo in sede d'esame abbastanza tranquillo, vedere gente agitata o che sfoglia gli appunti nervosamente in cerca di chissà cosa mi inquieta molto. Quindi cerca di estraniarti dagli altri, pensa solo a te stesso e a ciò che sai... Controllare l'ansia è parte integrante dell'esame! ;)